Giornale di Brescia del 6 settembre 2018.
Opinioni e commenti, pag.7
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Sarebbe bello trovare, almeno in questo spazio, serenità e pace, ma io – che sono tra i superstiti degli eventi bellici del 1940/1945 – non voglio sottrarmi al dovere sacrosanto di parlarne, soprattutto ai giovani. E’ vero che gli Alti Papaveri decidono, ma sono gli uomini, anonimi e qualsiasi che eseguono gli ordini disumani previsti dalle guerre. E io rimugino continuamente il concetto di rifiuto dell’uomo all’esecuzione di ordini che massacrano, quasi sempre e soprattutto, gente inerme e indifesa.
Ho ricordato spesso gli anni di guerra, che ho vissuto personalmente e non sono mai riuscita a dimenticare due compagne di scuola massacrate da bombe che uomini comuni lanciavano su gente insignificante ai fini bellici. E un ragazzo falciato da un mitragliamento mentre percorreva, in bicicletta, la strada per recarsi a scuola. E ancora ricordo Ebe, l’amica del cuore, deportata con l’intera famiglia, e andata in fumo in Germania.
E se tutto questo è intollerabile dovranno essere gli uomini comuni a divenire obiettori di coscienza rifiutandosi di uccidere per salvaguardare interessi economici di parte. Soltanto un « NO »deciso, compatto, unanime e convinto può aprire alla speranza
Ne è convinto anche un uomo d’azione che ha posto la sua vita al servizio dei suoi simili – senza distinzione di genere, di colore, di appartenenza territoriale o religiosa- e di cui trascrivo il pensiero : Gino Strada : « Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell'umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano.»
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renata mucci - Brescia
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