Educare non è impresa facile. ma se ci tocca NON possiamo esimerci dal farlo nel modo giusto.
Non mi stancherò mai di ripetere che l’educazione comincia dalla culla
e che la responsabilità dei genitori – nell’ambito educativo – è
grande.
Educare vuol dire seguire un tracciato che consente
all’individuo di crescere nel rispetto delle esigenze “dell’altro”. E la
definizione “educato” o “maleducato” viene assegnata in funzione di un
comportamento che riconosce e accetta il diniego.
Si comincia dalle piccole cose e il “no” deve essere pronunciato con la
dolcezza pari alla fermezza che è doverosa per preparare l’adulto di
domani all’accettazione delle regole.
E’ facile e comodo assecondare le
richieste di un fanciullo ed assicurarsi il suo sorriso, ma è questo il
primo errore da evitare con cura anche se sappiamo bene che ci vuole
determinazione e forza morale per addestrare un bimbo all’accettazione
del “no”. E’ sbagliato distrarre l’attenzione del piccolo davanti ad una
proibizione. Meglio è spiegare il senso del “no” , senza scappatoie e
tentennamenti.
Se un bimbo non tollera la proibizione - e reagisce con
pianti e capricci - siete voi educatori che avete fallito. Non
dimentichiamolo.
N.B. Aspetto pareri (anche discordi, ma motivati )
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