La
mia Ketti è sempre dello stesso gioioso umore. Le basta una carezza per
scodinzolare felice. Una cuccia, un po’ d’acqua, una ciotola con un po’
di cibo e qualcuno da amare appagano
tutte le sue esigenze e a volte la invidio. Non si pone domande
sull’esistenza e sulla precarietà del vivere e questo la mantiene
serena, ma la mia invidia dura poco se penso ai mille piaceri che ci
sono riservati proprio in funzione di una sensibilità sempre pronta e
vibrante.
D’accordo, ci espone anche a disagi e a sofferenze, ma
vivaddio che gioia possiamo trarre guardando il movimento incessante del
mare, o fiutando un fiore o ricambiando un sorriso. No davvero, mille
volte meglio le nostre nevrosi (finché si mantengono gestibili), le
nostre malinconie, i nostro languori ! Molto meglio pagarne il prezzo in
vulnerabilità, ma garantirci i mille piacere dei sensi. Io, convinta,
la penso così.
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