Giornale di Brescia - domenica 5 giugno 2016
block nootes di renata mucci
Sara Di Pietrantonio è stata bruciata viva dal suo ex, che ha
confessato l’omicidio. Guardo a lungo la foto dei due giovani al tempo
del loro amore e osservo il viso di un ragazzo normale, con uno sguardo
buono. E niente in lui fa presumere che nella sua mente possa
svilupparsi il progetto criminale – crudele oltre ogni limite –
successivamente tradotto in realtà. Voleva ad ogni costo quella donna di
cui , il suo sentimento malato e guasto, reclamava il possesso.
Incapace di tollerare il rifiuto, sceglie deliberatamente di privare
della vita, la donna che diceva di amare e, proprio per un malinteso
concetto d’amore, si fa strada nella mente il crimine, anche questa
volta efferato. Ma se questa è follia, come definire chi – scevro da
coinvolgimenti – si trova davanti la scena e non fa una telefonata per
allertare chi può intervenire ? Mi sono chiesta cosa avrei fatto io e
onestamente ammetto che è troppo facile rispondere adesso, e trovo
ulteriormente angosciante dover ammettere che, parallelamente alla
follia, si è insinuata tra la gente “normale” un sottile malessere, che è
facile neutralizzare con l‘indifferenza, la fuga, l’egoismo. Ognuno
pensa che ci può pensare qualcun altro e, in tal modo consente che un
destino straziante si compia. Nell’angoscia, rimangono i genitori
dell’assassino e della vittima, a porsi domande senza risposta, fino al
loro ultimo respiro. r.m.
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