Al termine della Festa delle Forze Armate del 4 novembre mi piace ricordare la guerra di Piero - Fabrizio de André
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Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossima sono mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente
Così dicevi ed era d'inverno e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di java
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di una altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue
E se gli spari in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a te resterà di vedere vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia
Cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato
Cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno
Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno
E mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi il fucile
dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole
Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,ma sono mille papaveri rossi
te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di java
ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di una altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue
E se gli spari in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a te resterà di vedere vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia
Cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato
Cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno
Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno
E mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi il fucile
dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole
Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,ma sono mille papaveri rossi
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