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Sta sera indulgo al desiderio di dissertare sul significato della parola
vecchiaia perché ritengo sia anzitutto un'opinione. Intendo dire che
finché la mente collabora, fino a quando la curiosità permane e gli
interessi rimangono inalterati per la musica, la cultura e l’amore il
mutamento si riflette soltanto sull’esteriorità e sull’efficienza
fisica. L’accettazione del deterioramento dovuto all’usura è di primaria
importanza e il decadimento delle prerogative degli anni verdi
DEVE diventare secondario. Ma quella che non deve dissolversi è
l’autoironia e l’obiettività rispetto al mutamento delle priorità. Il
coraggio di porsi in panchina conservando la curiosità per ciò che si
svolge sul campo, implica coinvolgimento e partecipazione e giovanile
entusiasmo. In concreto io NON sono il mio corpo. Io sono la mia anima
che è rimasta ribelle e vulnerabile, grintosa e fragile, disponibile e
selettiva e - per quanto riflette la femminilità – affermo, ancora una
volta che quella rimarrà intatta fino al mio ultimo respiro e sempre
disponibile a comprendere e condividere l’AMORE.
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