A
chi scrive "qnd nn sn" per lasciar intuire "quando non sono" vorrei
chiedere cosa ne fa del tempo che crede di risparmiare. Forse si tratta
soltanto di superficialità, ma io temo che queste contrazioni possano
instaurarsi definitivamente nel linguaggio scritto, a scapito di una
lingua meravigliosa come la nostra che merita miglior uso.
E non mi
consola il pensiero che ogni trascorso giovanile include una buona dose
di mode, per fortuna tollerabili, che poi
vengono dimenticate. Insistere nell'uso smodato di intemperanze
linguistiche avvilisce chi scrive e chi legge e ci ricolloca nel periodo
appena post/analfabetismo, quando soltanto l'ignoranza poteva porsi a
scusante !
Scrivere "Ankio" anziché "anch'io" è come sbandierare
un'ignoranza abissale e una mancanza di rispetto per il nostro splendido
idioma e se vogliamo dirla tutta, anche una palese indifferenza verso
chi legge. Chi ha il dovere di monitorare le intemperanze anche veniali
dei minori (in questo caso nell'uso della lingua) potrebbe farsi carico
di invitare alla riflessione. E chi può definirsi maturo, ma indulge nel
degradare il linguaggio, potrebbe guardare con un ottica più rispettosa
al buon uso della parola
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