“ Porgevo la mia mano alla manicure e mi rilassavo guardando Mary che aveva capelli rossi, crespi, raccolti sulla nuca e l’aria triste, rassegnata. Aveva poco più di trent’anni ed era considerata zitella (le “single” sarebbero arrivate molti anni dopo). Nei suoi occhi grandi, chiari e slavati vedevo però far capolino, un bagliore di speranza quando un maturo signore chiedeva di lei per la cura delle mani. Una sorta di tenera civetteria la animava in quegli attimi, ma spariva assieme all’uomo che se ne andava. Cara Mary. Era bravissima nel suo lavoro e lo svolgeva con abilità e sicurezza contribuendo a farmi sentire, almeno per un paio di giorni, una signora. Le mie mani che scorrevano sulla tastiera della mia fedele Olivetti, così curate, con le unghie perfettamente smaltate, mi infondevano un senso di tranquillizzante, civettuolo, sornione benessere.”
Ho estrapolato questo brano da un racconto che mi riporta ai miei 16 anni, per servirmene come attenuante al mio più recente comportamento. La cura delle mani è sempre stata per me, ineludibile e ieri, nel porgere le mani a Marina, la manicure che lavora presso il mio coiffeur ho voluto dare uno schiaffo al buonsenso e – rinunciando allo smalto bianco madreperlato abituale da anni – ho voluto indulgere alla mia antica civetteria. “Ha un bel “rosso smorzato ?” mi sono trovata a chiedere. Magari sarà solo per questa volta, ma come sono ancora belle le mie unghie e le mie mani che scorrono sulla tastiera ! E com’è dolce il mio indulgente sorriso ! Ebbene si, sono ancora irriducibilmente giovane e se questo è un peccato, mi permetto di considerarlo veniale !
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Non è peccato:-) Le mani curate sono belle da stringere e da guardare. Un bacio muccina, dlce fanciulla nell'animo.
RispondiEliminaUn abbraccio alla mia cara generosa amica Riri. Col cuore !
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