Erano gli anni in cui la giovinezza gestiva il mio tempo, dalla strada saliva il suono delle cornamuse e intono c’era la neve.
La vasta cucina,con il camino acceso o la confortevole “cucina economica” (la stufa sulla quale si cucinava) era l’unica stanza calda di tutto l’appartamento e lì ci si ritrovava sempre, sereni o immusoniti, ma insieme.
E, a connotare quei giorni speciali, un piatto di caldarroste, una filastrocca, la bottiglia di vino buono per papà, il presepio con il laghetto in carta stagnola, qualche mandarino, il torrone, il panettone e i nonni sorridenti .
Poi la tombola, o il gioco dell’Oca e in successione di tempo Il mercante in fiera,rendevano speciali i pomeriggi del giorno di un Natale e Santo Stefano che diventavano veramente indimenticabili.
I nostri figli avranno i loro ricordi legati alla stupefacente bellezza dei loro anni verdi, degli anni del non ritorno, ma Io mi auguro soltanto E SPERO che tutti preparino un cestino di cose diverse e buone, per chi non ha nulla.
Si offrono direttamente o si portano alla Caritas o in Parrocchia, ma che siano i nostri ragazzi a privarsene e a consegnarli. Questo dovrebbe essere il senso vero del NaTALE dal quale trarre un dolcissimo, insostituibile motivo di intima gioia.
Buon dicembre amigos !
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Quando i ricordi costituiscono l'essenza del civismo!
RispondiEliminaGrazie Adriano é sempre un piacere leggerti.
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