sabato 24 marzo 2012

Ciliege e pane fatto in casa.

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Una perla colta oggi su LA STAMPA tra le lettere al Direttore.




Caro Direttore,

in questi giorni mi è accaduto un fatto che mi ha colpito e su cui vale la pena di meditare. Abito in una casa con un grande giardino che si affaccia su una pista ciclabile; nel giardino c’è un grande ciliegio.
Passa un ragazzino di 12-13 anni a nome Muhammad (Maometto), marocchino o algerino non so bene; comunque ci chiede educatamente se può prendere qualche ciliegia. Va bene! Lo facciamo entrare. Unica limitazione non gli diamo la scala per evitare problemi se dovesse cadere e farsi del male; accoglie il suo sacchetto di ciliegie e se ne va.
Il giorno dopo rieccolo sulla pista ciclabile, ci saluta e qualcuno potrà pensare… vuole altre ciliegie. No, ci dà un sacchetto con del pane fatto in casa da sua mamma, ancora caldo.

Mediti chi vuol meditare.

PS: il pane era buonissimo.

MASSIMO COVA (ASTI)
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1 commento:

  1. Quel pane fatto in casa era caldo, in tutti sensi. Ne sono sicura.

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