La mattina è gelida e le strade sono deserte. Imbacuccata vado verso l'edicola e guardo gli spazzi verdi che si imbiancano sotto la brina. Palesemente intirizzito, accovacciato sul bordo del marciapiede, un giovane di colore avvolge il corpo con le sue stesse braccia per trasmettersi un po’ di calore.
Si alza e viene verso di me con passo agile e veloce e, quasi balbettando sussurra :“Signora, puoi offrirmi un caffè?” Il suo italiano è corretto, ma le parole sembrano uscire gelate dalle labbra violacee. Gli sorrido senza parlare e gli porgo quanto serve e lo osservo mentre corre verso il bar agitando una mano in un gesto che è un saluto e un grazie sincero. Spero lo servano in fretta.
Rientro nella mia casa calda e accogliente, ripenso ai tanti ragazzi sfortunati, lontani dai loro affetti essenziali e rivolgo un pensiero alle coste martoriate del nostro Paese augurando, a chi ancora si gode il tepore delle coltri, di essere baciato da quella consapevolezza che apre la strada alla solidarietà.
Cara, un bel gesto.
RispondiEliminaMi hai fatto venire in mente alcune parole del libro di Primo Levi: Se questo è un uomo.."voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a casa il cibo caldo e visi amici, considerate se questo è un uomo,..che non conosce pace"....
non dovrebbe esistere tutto questa miseria....
Un bacio
Grazie RIRI. Proprio a queste parole ripenso quando vengo a contatto della miseria, dell'ingiustizia. Buona giornata a te, col cuore.
RispondiEliminaMi hai commosso! E non é facile.
RispondiEliminaCaro Adriano, purtroppo molti sono soltanto infastiditi da questa realtà, ma questa realtà é tra di noi e adesso arrivano giorni e festività che rendono ancora più penose queste situazioni.Spero tanto che un po' di bontà si faccia strada per alleggerire il dolore.Lo spero tanto.
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