Quando, anche di fronte a piccoli, ma cocenti drammi, si evita di parlare e si adotta la tecnica del gelido distacco, siamo già in un clima pericoloso perché il rancore resta dentro di noi e genera solitudine. Anche la lite violenta è pur sempre un mezzo, anche se esasperato, di comunicazione.
Il dramma vero si delinea quando in una coppia diventa inutile parlare.
Non verbalizzare il litigio significa non riconoscere il partner, in concreto “eliminarlo”. Un partner con cui non ci si confronta viene idealmente ucciso. Il silenzio, la lite interiorizzata rappresenta la totale sfiducia nella possibilità di cambiare qualcosa. E’ la sottolineatura di una situazione deludente (ma irrinunciabile) che non ci si dà più la pena di analizzare e correggere.
Bisognerebbe anzitutto, saper rinunciare a volere il nostro partner come lo sognavamo. Rispettarne invece, i bisogni e la personalità e coltivare il desiderio di scoprire le cause profonde delle incomprensioni evitando di fermarsi alle ragioni più comode e superficiali. Ciò per cui abbiamo, in silenzio, rinunciato a lottare potrebbe, senza il minimo fruscio, uscire definitivamente dalla nostra vita. Chiediamoci, ogni tanto : “E’ questo che vogliamo ?”. Se la risposta è no, ricordiamo che litigare è – anche - una prova d’amore. - anonimo
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Nel litigio non mi batte nessuno, lo facciamo serenamente da 38 anni
RispondiElimina:-))colgo il senso del tuo discorso, è tristemente vero, chi non si parla più ha ucciso il rapporto,adesso ci sono tanti modi per venirsi incontro, anche sedute con specialisti della coppia, se si ha ancora voglia di mettersi in gioco.
Resto sempre male quando scopro nuove separazioni..divorzi, mi rende triste, anche perchè alcuni amici li ho "persi" proprio per questo motivo.
Baci cara muccina, lieto fine settimana.
Sempre in sintonia cara RIRI. Parlare, parlare sempre perché aprirsi all'altro, umilmente e apertamente AIUTA. Buona giornata.
RispondiEliminaParlando in generale, e non per fatto personale, direi più facile a dirsi che a farsi.
RispondiEliminaSi, caro Adriano, hai ragione ! Educarci al confronto è molto difficile. Consideriamo l'altro come secondario e forse faremmo bene e mettero si du un piano paritario, ascoltandolo. Buob sabato.
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