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ROMA – Ha tenuto il suo avversario con la testa sott’acqua fino a fargli perdere i sensi: è stata la reazione di un tredicenne nei confronti di un suo coetaneo durante una partita di pallanuoto. Ora quell’atto che sarebbe potuto finire in tragedia sarà oggetto di un’inchiesta della procura di Roma.
SECONDIGLIANO – In un campo di calcio, nella periferia di Napoli. Una lite scaturita da un violento contrasto, mentre due squadre di ragazzini si affrontavano in una partita di calcetto, è stata infatti, all’origine del ferimento di un 14enne, colpito al torace con una coltellata, da un suo avversario di 12 anni.
Le notizie sono del marzo di quest’ anno e mi sono tornate sott’occhio mentre riordinavo vecchi giornali e, francamente, non mi pare che possano considerarsi “scadute”. Si tratta, in entrambi i casi di giovanissimi e la cosa in sé merita sottolineatura. Giovanissimi, ormai facenti parte della società in cui dovranno ingegnarsi a vivere e a convivere, e ricorrono alla violenza, alla prima contrarietà. Non è forse il caso che famiglia, scuola,e società si interroghino per riconoscere le proprie responsabilità. Vogliamo domandarci se fatti di questo genere sono evitabili ? Vogliamo fermarci e riflettere ! Secondo me, ci sono molte cose da rivedere e da ridimensionare. Sbaglio ?
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Non ti sbagli affatto. La società si deve interrogare, troppa violenza che scaturisce da famiglie, tv. modi di dialogare(?)La società siamo noi...
RispondiEliminaCIAO RIRI ! e grazie. Un saluto affettuoso e l'augurio di una buona, dolce giornata.
RispondiEliminaOh, sì, che la maggior parte delle colpe ce le hanno le famiglie, purtroppo!
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