Libero - 21 luglio 2010 in posta prioritaria
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Mi sono trovata a contatto con una situazione di affido temporaneo che mi ha emotivamente coinvolta. La situazione rispecchia molte altre situazioni simili di bimbi, che varcano la soglia della vita accolti da braccia disponibili e amorevoli. Mani e cuori benedetti di madri temporanee che proseguono il dono della vita a neonati innocenti, indifesi. Sono donne forti e generose, talvolta già madri biologiche di loro amatissime creature. Madri temporanee predisposte al distacco doloroso dell’affido definitivo. Il periodo dell’affido temporaneo – quando si prolunga oltre limiti accettabili – crea inquietudine e trepidazione. E – nel frattempo – il neonato cresce, impara a conoscere le mani che lo accarezzano, cerca i volti della quotidianità e sarebbe molto giusto e umano abbreviare questo periodo per consentire il radicare degli affetti nel terreno stabile della famiglia adottante. D’altro canto, aspiranti genitori trepidano in amorosa attesa di ricevere – per amarlo – quel bimbo da crescere. Ci saranno valide ragioni a scusante delle lungaggini burocratiche, ma che non siano quelle della superficialità colpevole. In nome di chi non sa parlare del suo disagio continuo a sperare che i tempi transitori vengano ridotti veramente al minimo.
Molte mamme temporanee lo chiedono e meritano di essere ascoltate. Dobbiamo impedire che una legislazione di tutela si trasformi in fonte di sofferenza.
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