Sottolineerei che, le cose non sono gli oggetti e che nella frase non vi è il senso di possesso, lo sottolineo solo perchè la società di oggi potrebbe pericolosamente spostare l'interpretazione.
Il concetto è alto, ma ognuno di noi ha priorità diverse, proporzionali al mondo e al modo in cui vive.
Il signor Ernesto aveva a riferimento alti concetti legati alla Dignità della Vita di un popolo oppresso, io uomo di tutti giorni penso solo alla mia piccola esistenza, e grazie ad altri vissuti degnamente prima di me, non ho necessità di scegliere se farmi sparare addosso o no.
Certo quando leggo questa frase mi resta il dubbio che quello che è il mio "lottare" sia solo un modo gretto di vivere, o sopravvivere.
Ma il mondo è pieno anche dei minuscoli eroi del quotidiano, è da quella massa che spesso eventi speciali fanno nascere gli Eroi veri.
Forse è solo un modo per consolarmi di ciò che non sarò mai.
Ma in realtà se affondo la riflessione, vorrei un mondo senza Eroi, nel senso che vi sia l'inutilità dell'esserlo, insomma mi tengo dentro l'utopia di un mondo migliore...
...perchè valga la pena Vivere !
Buongiorno Renatuzza ;)
PS Desvergonzado, io l'ho tradotto dallo spagnolo come bricconesco e spudorato.
LUCIGNOLO - "Il signor Ernesto" mi piace l'idea del Che...in borghese!
Bel commento, godibilissimo, GRAZIE. ---------------------------------- La chiusa, una perla:
"insomma mi tengo dentro l'utopia di un mondo migliore...perchè valga la pena Vivere !" ----------------------------------- Ricambio con giocosa allegria e affetto l'abrazo desvergognado !
Credo che questo pensiero sia universalmente valido, per tutte le specie e per tutte le età..per chi vive la guerra vera e per chi, beati noi, guerreggia con il quotidiano. Identificare quello che siamo, quello che per noi è fondamentale, e avere il coraggio, se non di spazzare il resto, di metterlo comunque in retrovia: comporta scegliere, comporta fatica e dolore e distacchi, perchè è difficile, a volte, mettere a nudo le nostre vere necessità. Ripulirci 'dentro', riconoscere quello che non è davvero nostro, ma costruito: per gli altri, per un malinteso senso di generosità o buonismo, per nostra fragilità. Sto facendo su di me un lavoro di pulizia e di identificazione da qualche anno, e ho (ancora!) lo scopettone in mano; certe volte mi sono chiesta se non stavo meglio prima, quando camminavo - per tanto tempo - a occhi socchiusi. Poi mi dico che, averli aperti, è stato cambiare tante cose e comunque vederci meglio, anche le mie responsabilità e quello che non mi piace di me stessa.., e se la crescita personale non sia comunque indispensabile alla vita. Così so che il mio sentiero in salita, pieno di buche e sassi, mi sorprende ogni tanto con un panorama improvviso, o con un cespuglio di fiori, e mi dico che sto facendo la strada giusta per me.
Aggiungo questo mio pensiero e un caro saluto a tutti.
grande pensiero Renata, condivido sia il pensiero di Lucy che quello di manufatto. la dignità umana credo sia un elemento findamentale oggi per poter vivere degnamente e a testa alta. ci aggiungerei la famlia... elemento fondamentale di sostegno .senza di questo non so se per me varrebbe la pena vivere. ma poi pensandoci bene ... mi considero un po' un' amazzone e lotterei per molte altre cose.
MANUFATTO ! -hai visto che salotto è, talvolta, il nostro virtuale spazio?. Con Luca/Lucignolo - autorevole Maitre de maison - e con la partecipazione di altri affettuosi amici che diventano protagonisti....il gioco è fatto.
Hast luego, querida. Ci risentiamo presto anche sul Forum del Corriere della Sera. ----------------------------------
Jasna. dimenticare la famiglia è come dimenticare lo scheletro sul quale tutto poggia. Hai ragione.
Un pizzicotto ai tuoi cucciolI e un augurio particolare a te per domani. Besitos.
""Tutti i commenti che non evidenziano almeno il nome di battesimo dell'estensore in modo chiaro e leggibile saranno cestinati. Saranno graditi i commenti inerenti ai contenuti del post. Eventuali scambi o divergenze di opinioni tra gli ospiti è oppurtuno che trovino collocazione nelle rispettive e mail. Grazie. Renata. ""
Premesso, che vivere non è una pena...
RispondiEliminaSottolineerei che, le cose non sono gli oggetti e che nella frase non vi è il senso di possesso, lo sottolineo solo perchè la società di oggi potrebbe pericolosamente spostare l'interpretazione.
Il concetto è alto, ma ognuno di noi ha priorità diverse, proporzionali al mondo e al modo in cui vive.
Il signor Ernesto aveva a riferimento alti concetti legati alla Dignità della Vita di un popolo oppresso, io uomo di tutti giorni penso solo alla mia piccola esistenza, e grazie ad altri vissuti degnamente prima di me, non ho necessità di scegliere se farmi sparare addosso o no.
Certo quando leggo questa frase mi resta il dubbio che quello che è il mio "lottare" sia solo un modo gretto di vivere, o sopravvivere.
Ma il mondo è pieno anche dei minuscoli eroi del quotidiano, è da quella massa che spesso eventi speciali fanno nascere gli Eroi veri.
Forse è solo un modo per consolarmi di ciò che non sarò mai.
Ma in realtà se affondo la riflessione, vorrei un mondo senza Eroi, nel senso che vi sia l'inutilità dell'esserlo, insomma mi tengo dentro l'utopia di un mondo migliore...
...perchè valga la pena Vivere !
Buongiorno Renatuzza ;)
PS Desvergonzado, io l'ho tradotto dallo spagnolo come bricconesco e spudorato.
LUCIGNOLO -
RispondiElimina"Il signor Ernesto" mi piace l'idea del Che...in borghese!
Bel commento, godibilissimo, GRAZIE.
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La chiusa, una perla:
"insomma mi tengo dentro l'utopia di un mondo migliore...perchè valga la pena Vivere !"
-----------------------------------
Ricambio con giocosa allegria e affetto l'abrazo desvergognado !
Credo che questo pensiero sia universalmente valido, per tutte le specie e per tutte le età..per chi vive la guerra vera e per chi, beati noi, guerreggia con il quotidiano. Identificare quello che siamo, quello che per noi è fondamentale, e avere il coraggio, se non di spazzare il resto, di metterlo comunque in retrovia: comporta scegliere, comporta fatica e dolore e distacchi, perchè è difficile, a volte, mettere a nudo le nostre vere necessità. Ripulirci 'dentro', riconoscere quello che non è davvero nostro, ma costruito: per gli altri, per un malinteso senso di generosità o buonismo, per nostra fragilità.
RispondiEliminaSto facendo su di me un lavoro di pulizia e di identificazione da qualche anno, e ho (ancora!) lo scopettone in mano; certe volte mi sono chiesta se non stavo meglio prima, quando camminavo - per tanto tempo - a occhi socchiusi.
Poi mi dico che, averli aperti, è stato cambiare tante cose e comunque vederci meglio, anche le mie responsabilità e quello che non mi piace di me stessa.., e se la crescita personale non sia comunque indispensabile alla vita. Così so che il mio sentiero in salita, pieno di buche e sassi, mi sorprende ogni tanto con un panorama improvviso, o con un cespuglio di fiori, e mi dico che sto facendo la strada giusta per me.
Aggiungo questo mio pensiero e un caro saluto a tutti.
grande pensiero Renata, condivido sia il pensiero di Lucy che quello di manufatto. la dignità umana credo sia un elemento findamentale oggi per poter vivere degnamente e a testa alta. ci aggiungerei la famlia... elemento fondamentale di sostegno .senza di questo non so se per me varrebbe la pena vivere. ma poi pensandoci bene ... mi considero un po' un' amazzone e lotterei per molte altre cose.
RispondiEliminaMANUFATTO ! -hai visto che salotto è, talvolta, il nostro virtuale spazio?.
RispondiEliminaCon Luca/Lucignolo - autorevole Maitre de maison - e con la partecipazione di altri affettuosi amici che diventano protagonisti....il gioco è fatto.
Hast luego, querida. Ci risentiamo presto anche sul Forum del Corriere della Sera.
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Jasna. dimenticare la famiglia è come dimenticare lo scheletro sul quale tutto poggia. Hai ragione.
Un pizzicotto ai tuoi cucciolI e un augurio particolare a te per domani. Besitos.
Condivido in pieno.
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