mercoledì 17 dicembre 2008

Noi e i nostri figli.

----------------------------------------------
Rileggo per caso un’ agghiacciante notizia

La Stampa 10 nov.2008
Un suicidio ogni 40 secondi, un totale di un milione di morti l’anno. muoiono nel mondo di suicidio ogni anno più di quanti ne muoiano di Aids. Questi dati sono stati resi noti a settembre, nella Giornata per la prevenzione del suicidio, organizzata dalla Association for Suicide Prevention, in collaborazione con l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). L’Oms valuta inoltre che dal 1950 al 1995 la percentuale di suicidi è cresciuta globalmente del 60%.

E una ridda di insoluti “perché ?” riaffiorano. Sono persone di varia estrazione sociale, deluse, disperate impreparate ad affrontare la vita con i suoi tratti impervi con le immancabili difficoltà. Chi deve prepararli a tutto questo ? Un po’ tutti, famiglia e scuola, ma preferisco puntare il faro sulla famiglia che deve cominciare prestissimo ad indirizzare i comportamenti.

Nell’educare è prioritario offrire esperienze indimenticabili ! Ed è noto che saranno le sensazioni a restare indelebili. Ottenere tutto subito, senza nemmeno il tempo di desiderare non lascia traccia nell’intimo e guasta la formazione. Inculcare pochi sani principi e cioè ricordare instancabilmente che il premio arriva dopo il merito, che nella vita niente è facile che le conquiste appagano di per sé, che non esistono soldi facili, che bisogna saper aspettare. In concreto addestrarli a vivere. Ad affrontare la vita.

Questo non è il rimedio e nemmeno il deterrente, ma è un primo passo doveroso che spetta obbligatoriamente ai genitori. Dire “NO” costa, ma certamente premia. I nostri figli devono saper affrontare i marosi. Devono saper camminare su terreni accidentati. Possono cadere, ma devono essere addestrati a rialzarsi. Formarli forti e pronti a camminare nelle strade del mondo sarà il nostro premio. r.m.
-----------------------------------------------

14 commenti:

  1. E' l'assenza di speranza che credo li porti a questa decisione così drastica.

    Ed oggi la speranza è sempre più merce rara per tanti.

    RispondiElimina
  2. Dire "no" a volte è difficile, perché i giovani d'oggi sono davvero troppo viziati dalla vita. Ma è necessario farlo.
    O.T. C'è un premio per te da me.

    RispondiElimina
  3. Vorrei leggere la suddivisione della statistica rispetto all'estrazione sociale...

    Voglio dire, ciò che mi sembra di legger anche fra le tue righe, che questo è un male legato alla così detta "civiltà del benessere".

    Come mai non si suicidano quelli che traversano il mare "sulle carrette", o quelli che si aggrappano sotto i Tir per passare frontiere disegnate dalle politiche degli uomini.

    Cosa serva nella vita per essere apprezzata è certo difficile da insegnare, ma la semplicità delle piccole cose per me resta risposta universale, più ce ne si allontana più diviene difficile.

    Da genitore, semplici regole, esempio, presenza e reale volontà di vederli indipendenti.

    Ma non vorrei toglier nulla a chi subisce il dramma di sentire come unica fuga dalla sua vita l'annientamento, ogni persona avrebbe il diritto di sentirsi non sola, non incapace.

    Brutte le statistiche senza i dati di contesto, buttate lì solo strumentali ai titoli di giornale; questa diviene per noi quella varia disperata umanità, una percentuale spalmata nel nulla, indefinita.

    In alleggerimento direi,
    la statistica è quella cosa che dice che con la testa nel forno e le chiappe nel congelatore, mediamente stai bene !

    ByBy

    RispondiElimina
  4. Grazie Daniele per il tuo intervento. C'è spazio per un buen dia e un besito ?
    -----------------------------------Alianorah - Grazie per il premio. e anche a te Buen dia con todo mi corazon.
    -----------------------------------
    LUCIGNOLO come sempre le tua analisi sono approfondite e condivisibili, ma la statistica mi è servita solo come spunto per trattare un tema che mi preoccupa da sempre.Sono e resto convinta che nella culla c'è una briciola della società di domani e da lì deve iniziare un proficuo intervento. Hai letto bene tra le righe perché la "civiltà del benessere" rischia di produrre un rammollimento diffuso. mentre invece, nelle ristrettezze certi valori sono nell'aria che si respira.
    La tua conclusione, offre tre righe splendide e veritiere. Un besito. muccina.

    RispondiElimina
  5. Ciao, penso sia un tema molto, troppo difficile, non si può affrontare con poche righe, come fanno i giornali,sono daccordo con Lucignolo, l'amore per la vita nella sua essenza, forse va inculcata e come tu stessa affermi, cominciando dalla culla.Avere un premio per averlo meritato, non dare tutto per scontato, nè pretenderlo, con minacce ed altro, come spesso accade..Il mestiere di genitori è difficile, sicuramente, ma se si trasmettono valori "sani", è molto probabile che vengano recepiti...noi ci accontentevamo di poco, erano altri tempi ed altre realtà, ciò non toglie che vedere la pretesa di avere tutto e subito è un fatto anche inculcato dai media..ripeto è molto difficile, ma credo sia possibile...
    Un abbraccio e grazie per i tuoi temi sempre di attualità, purtroppo. Ciao Muccina, un besito

    RispondiElimina
  6. Dire No è molto difficile, specialmente quando intorno c'è un coro di SI' e i figli ti accusano di essere l'unica strega...però io credo sia necessario.

    RispondiElimina
  7. RIRI carissima, approvo tutto e vedo che condividiamo la necessità di formare individui adatti ad affrintare anche gli insulti del tempo. Quindi...tentiamo sempre con fiducia nei risultati. Mil besitos.
    -----------------------------------
    Benvenuta a lamagagiò che credo capace di affrontare il ruolo meno gratificato. Anche a mio figlio mi ha contestao a suo tempo! Ma sono certa che oggi mi sorride con gratitudine.Vai avanti a fare ciò che ritieni giusto. A presto.
    ---------------------------------

    RispondiElimina
  8. Cara Renata, capito oggi qui un po' per caso..ma forse non del tutto.
    Eh..
    ho cercato parole per esprimere quello che penso ma..faccio un po' fatica!
    Sai, fino a qualche chilometro fa, se mi avessi fermato mentre camminavo a testa bassa sulla mia strada, ti avrei risposto che è la paura, a portare alcuni giovani a questo tipo di gesti, estremi.
    Oggi..oggi, alla semplice "paura", aggiungerei "di se stessi". La paura di essere ciò che si è, di affrontarsi! prima di affrontare il mondo. Troppo spesso pensiamo a come far affrontare ai ragazzi la cattiveria del mondo, le difficoltà e i temporali.. ma forse dovremmo insegnar loro a guardarsi sempre allo specchio..riconoscersi..e soprattutto dovremmo insegnar loro a "volersi"! Prima riconoscersi e poi costruirsi come si vogliono..
    non lo so..io faccio ancora tanta fatica a rispondere a quel perché.. perché mi fa ancora tutto troppo arrabbiare..
    mah..

    RispondiElimina
  9. Ciao muccina!
    Non so.... mi viene da pensare ad un gran vuoto. Vuoto di valori.... prima che anche la tua vita smettesse di avere importanza, che cosa ti portavi dentro?
    Grande ed interessante argomento ci hai proposto oggi.
    Interessante l'intervento di Lucignolo.

    Mil besitos querida amiga....

    RispondiElimina
  10. Cara STEFI, sai che hai ragione ? Riuscire ad accettarsi e non voler essere ciò che non si è, ma migliorare ciò che si ha interiormente...forse...è la soluzione.La vita è un po' come una partita a carte. Sono le carte che hai tra le mani a condurre il gioco. Tu puoi e devi attivarti per utilizzarle al meglio. Por Bacos. Ma tu non abbandonare la partita, non mollare. Un bacione cara Stefi!
    -----------------------------------Zahxara -hai ragione. Intenso l'intervento di Lucignolo che pagherà un prezzo per la sua sensibilità. Ma lo pagherà volentieri come te e come me. Non è augurabile rinunciare a "sentire" anche se è sinonimo di soffrire. Le rare gioie però....quanto appagano !
    Tu parli di mancanza di valori e io concordo ponendo nelle mani dei genitori la possibilità di mantenerli vivi e presenti. E' la superficialità che ha messo al bando il dovere primario dell'educare. Bacioni cara Manolita.Y buena noche querida.
    -----------------------------------

    RispondiElimina
  11. Purtroppo hai ragione, e dico purtroppo perchè, forse, avrei dovuto dire più "no" a mio figlio.
    Non che la situazione sia grave, ma l'assenza del padre mi ha porata ad essere più indulgente.
    Notte. :-)

    RispondiElimina
  12. LABISLACCA. Non avere rimpianti cara amica se hai hai agito seguendo il tuo cuore ! L'amore dà frutti insperati e sono certa che tuo figlio lo capirà (a suo tempo). L'importante è che tu non ti colpevolizzi perché (comunque) noi genitori possiamo fare solo una parte del lavoro educativo. Tanto le briglie e tanto il cavallo dicono i saggi. Auguri a te e al tuo puledrino. Con affetto.

    RispondiElimina
  13. Fra tutte le riflessioni condivido quella di Stefi: una perla di saggezza malgrado la sua giovane età. Ho ancora negli occhi l'immagine di un'amica di mio fratello, Letizia, primogenita di una collega,suicida a 15 anni la vigilia di Natale di 37 anni fa. Sembrava aver tutto dalla vita. Adorata dai suoi familiari. Ma quello che ha lasciato scritto riflette proprio il pensiero di Stefi.

    RispondiElimina

""Tutti i commenti che non evidenziano almeno il nome di battesimo dell'estensore in modo chiaro e leggibile saranno cestinati. Saranno graditi i commenti inerenti ai contenuti del post. Eventuali scambi o divergenze di opinioni tra gli ospiti è oppurtuno che trovino collocazione nelle rispettive e mail. Grazie. Renata. ""