giovedì 24 aprile 2008

Quando la coppia scoppia

La natura insegna, con il ritmico dipanarsi delle stagioni, che ci vuole tempo per tutto e - a conferma - vorrei ricordare che ci vuole tempo soprattutto per il consolidamento dei sentimenti.

Nella realtà che attualmente ci coinvolge, trovano spazio anche impulsivi atteggiamenti destabilizzanti che, purtroppo, si concretizzano col repentino dissolversi di unioni nate sovente sotto i migliori auspici.

Sempre più frequentemente alla tristezza inevitabile che coinvolge il fallimento di una unione fra adulti consapevoli, si insinua un disagio più profondo e angosciante quando - nel pur nel breve percorso di coppia - nuove vite si trovano coinvolte in decisioni che definire affrettate è un eufemismo.

Non è il caso di rimpiangere l’epoca, nemmeno tanto remota, nella quale il matrimonio era indissolubile perché il vincolo “per la vita” ha prodotto infelicità insanabili, ma è indubbio che tra la rigida concezione del passato e la sconcertante attuazione di talune repentine separazioni, dovrebbe interporsi l’impegno imprescindibile a tutela dei figli che, incolpevoli, vengono privati di una rassicurante collocazione nella famiglia .

“Presto e bene non avviene” era la cantilena che, nel corso dei miei verdi anni, cercava di frenare l’istintiva giovanile irruenza e, nel contempo, l’esempio poneva in primo piano la prerogativa che - più di ogni altra - richiede costanza e coraggio : la pazienza, che è la più pregevole componente della coerenza.

Ed è difficile individuare coerenza quando non trovano priorità i diritti ineludibili dei figli liberamente generati. I sentimenti hanno bisogno di tempo per stabilizzarsi, richiedono comprensione, disponibilità e si costruiscono con un costante, vigile, paziente impegno.

Da sempre l’amore eccessivamente idealizzato è facile bersaglio della delusione. La vagheggiata, perfetta simbiosi si realizza soltanto nelle favole che si concludono con il fatidico “e vissero felici e contenti” proprio nel momento in cui, nella vita reale, prendono forma le verifiche della quotidianità impegnativa e piena di sfaccettature.

All’inizio di una storia i protagonisti porgono di loro stessi soltanto il meglio, ma alla distanza…alla lunga…è inevitabile che nella persona che abbiamo scelto, emergano alcune diversità e anziché tentare ostinatamente di eliminarle, sarebbe più semplice e costruttivo…..imparare a conviverci.

La pazienza che è auspicabile sempre e comunque,è imprescindibile per rafforzare qualsiasi rapporto e diviene doverosa quando egoistici impulsi tentano di prevalere. Se non viene attivata in un legame già instaurato, dovrà comunque essere chiamata in causa in qualsiasi rapporto successivo. E allora???

Aspettarsi molto dall’amore è legittimo e naturale, ma chiedere ogni tanto all’intelligenza di interporsi tra le esigenze dei sentimenti e quelle del quotidiano, è spesso opportuno e qualche volta indispensabile per assolvere impegni che ci siamo liberamente assunti.

Forse vale la pena di rivalutare la pazienza che qualche volta premia con risultati più gratificanti dell' impulsività. r.m.

7 commenti:

  1. Cara Renata,
    hai descritto e sviscerato così bene e chiaramente un problema tanto delicato che mi sento di dirti solamente: sono d'accordo in tutto e ...COMPLIMENTI.
    Un caro saluto

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  2. Renata sono d'accordo di quello che dici oltre la pazienza per continuare un rapporto e' necessario la consapevolezza di sapere che gli altri sono uguali a chi credi che sia peggiore e' solo questione di tempo e quella che ti sembra la soluzione si mostrera' il tuo peggior rifugio. Un saluto da Tony Pannone.

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  3. La pazienza.... sì, ma da sola non basta.

    Per me un buon collante della coppia è la buona volontà. Cioè la volontà del singolo per tramutarsi in coppia e dopo la volontà della coppia per trasformare la stessa in una nave che solca la vita (insieme).

    Indubbiamente la pazienza in tutto questo è fondamentale... alle volte per risolvere un problema basta contare fino a 10 (lentamente) e una volta che la razionalità riprende il sopravvento sull'impulsività, il 99% di qualunque ostacolo si riese ad appianare.

    Bell'articolo, come gli altri del resto!

    Un abbraccio impulsivamente paziente :DDD

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  4. @ Stella ti ringrazio per aver messo velocemente a fuoco il senso del discorso. E' evidente che "pazienza" non è sinonimo di rassegnazione. Grazie per i complimenti. Bacio.
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    Tony! C'un po' di delusione nella tua voce...o sbaglio? Forse - se ho ben capito - dici che alla lunga si rivelano anche le negatività irrisolvibili. Se è così...hai ragione.
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    Anche tu caro Angelo sei arrivato al nocciolo.La buona volonta di costruire "pazientemente " il rapporto. Mi piace però - qualche volta - l'impulsività (come quella del tuo abbraccio - Ricambiato !.)

    24 aprile 2008 17.03

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  5. Ciao Renata, sono d'accordo sulla pazienza (eccome!)
    Ma anche la volontà di cui parla Angelo è un argomento valido-

    A me sembra che la coppia abbia le esigenze di un fiore, di un giardino: va coltivata, con i tempi e i modi giusti. E la pazienza assieme all'attenzione sono basilari.

    Cara Renata sei sempre speciale nei tuoi argomenti. Grazie!

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  6. Cara Renata il tuo post esigerebbe un commento articolato, difficile da strutturare su un post....mi limiterò a dire che sull'amore e sul modo di viverlo possiamo dire tutto e il contrario di tutto, che ogni situazione ha delle dinamiche così complesse che diventa molto difficile giudicarle, ma dovendo per forza generalizzare, perchè abbiamo bisogno di astrarre dal particulare il generale, direi che di questi tempi è molto dura convivere senza amore.Certo, l'amore non basta, l'amore è anche volontà, ma senza quella forza metafisica che ci trascende nostro malgrado è così difficile trovare un senso.....e anche per i figli, meglio due genitori felici in case diverse che due infelici sotto lo stesso tetto.....Sigh, è triste, lo so.

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  7. Grazie Dama, la tua puntualizzazione è giusta e pertinente ma io pensavo di averla sottintesa. Come si fa ad avere pazienza se....non si attiva la buona volontà? Risultato : siamo perfettamente d'accordo. Bacio.
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    Lea, cosa succede ? Ho riaperto qualche ferita? Ti ho rattristato ? Cara Lea le tue parole conclusive sono "parole sante" ma, la mia riflessione verte sul tentativo NON di arrivare a soluzioni estreme. QUANDO E'POSSIBILE,OVVIAMENTE.Un abbraccio e una vagonata di coccole.

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