Questa volta mi hanno messo alle strette, ma ne sono particolarmente lieta perché ciò mi permette di dare una risposta anche a chi si pone lo stesso interrogativo. Qualcuno mi ha chiesto cosa potrei dire dell’amicizia e comincio con la precisazione più ovvia: è un sentimento gratificante e impegnativo in uguale misura. Richiede amabilità costante, propensione all’ascolto, partecipazione, disponibilità e allegria, anche se - talvolta - radica proprio nel dolore.
Ho sentito dire che “amico è colui che rimane con te anche quando vorrebbe essere altrove” , ma la definizione si riferisce ad occasioni particolari, perchè l’amicizia prevede essenzialmente il piacere del contatto. E' configurabile, infatti, con quella tonalità dell’amore che non congloba l’egoismo, tant’ è vero che se un amico è felice senza di te, tu ne sei virtualmente partecipe, se invece è la persona che ami ad essere felice senza di te e ti fa sentire escluso ne sarai comprensibilmente amareggiato. (Escludendo, ovviamente, i brevi dirottamenti sportivi o di tifo sportivo o altre legittime evasioni) Un’altra componente indispensabile è l’indulgenza perché – in concreto - se non ti perdona un amico... chi mai potrà farlo? E adesso parliamo dell’invadenza. Evitiamo di accogliere l’amico con frasi che sanno di risentimento: "Finalmente ti fai sentire!" - "Perché non mi hai richiamato?", ma rivolgiamogli invece quell’ espressione gioiosa che dovrebbe caratterizzare ogni incontro d’amicizia sincera. D’impulso, si dovrebbe accogliere sempre con piacere una voce amica e solo successivamente informarsi su eventuali intoppi perché sappiamo tutti che l’ingranaggio quotidiano, spesso s’inceppa, indipendentemente dalla nostra volontà. E allora? Anche l’amicizia ha come base il rispetto e va maneggiata con garbo, senza superficialità, così com’ è d’obbligo verso ogni cosa preziosa. È talmente bella e rara che vale la pena di impegnarsi per conservarla al meglio! Siete d'accordo ? r.m.
Ho sentito dire che “amico è colui che rimane con te anche quando vorrebbe essere altrove” , ma la definizione si riferisce ad occasioni particolari, perchè l’amicizia prevede essenzialmente il piacere del contatto. E' configurabile, infatti, con quella tonalità dell’amore che non congloba l’egoismo, tant’ è vero che se un amico è felice senza di te, tu ne sei virtualmente partecipe, se invece è la persona che ami ad essere felice senza di te e ti fa sentire escluso ne sarai comprensibilmente amareggiato. (Escludendo, ovviamente, i brevi dirottamenti sportivi o di tifo sportivo o altre legittime evasioni) Un’altra componente indispensabile è l’indulgenza perché – in concreto - se non ti perdona un amico... chi mai potrà farlo? E adesso parliamo dell’invadenza. Evitiamo di accogliere l’amico con frasi che sanno di risentimento: "Finalmente ti fai sentire!" - "Perché non mi hai richiamato?", ma rivolgiamogli invece quell’ espressione gioiosa che dovrebbe caratterizzare ogni incontro d’amicizia sincera. D’impulso, si dovrebbe accogliere sempre con piacere una voce amica e solo successivamente informarsi su eventuali intoppi perché sappiamo tutti che l’ingranaggio quotidiano, spesso s’inceppa, indipendentemente dalla nostra volontà. E allora? Anche l’amicizia ha come base il rispetto e va maneggiata con garbo, senza superficialità, così com’ è d’obbligo verso ogni cosa preziosa. È talmente bella e rara che vale la pena di impegnarsi per conservarla al meglio! Siete d'accordo ? r.m.
D'accordissimo! Anche perché io un'amica così ce l'ho ;) Indovina come si chiama?
RispondiEliminaD'accordissimo Renata! Anche perché un'amica così preziosa io ce l'ho già ;) Indovina come si chiama? Io non sempre riesco a ricambiare la tua come meriti, ma prometto che mi impegnerò. Un abbraccio.Luigina
RispondiEliminaCara Renata,
RispondiEliminaSon contento di avere in te un'amica.
Un vecchio detto diceva: "Quanto vale un amico in piazza, non valgono mille lire in tasca".
Elio